Il vischio, conosciuto spesso solo come pianta augurale e portafortuna nel periodo natalizio e di capodanno, nonché pianta sotto la quale ci si bacia, è una pianta sempreverde emiparassita (cioè parassita solo in parte) che nasce e cresce sui rami di un’altra pianta, ai quali si attacca grazie a delle radici modificate chiamate “austori”. Assume una forma molto ramificata e globosa.
In Italia ne esistono 3 specie: il Vischio comune (Viscum album), il Vischio quercino (Loranthus europaeus) che cresce sulle querce e il Vischio del Ginepro (Arceuthobium oxycedri) presente sui ginepri e che si trova solo in Toscana e nelle Marche.
Il Vischio comune, Viscum album, cresce su molti alberi, soprattutto conifere, nella fascia montana fino ai 1200 metri di quota. Il nome del genere, Viscum, probabilmente deriva dal latino “viscidus” per il succo contenuto nelle bacche che è appiccicoso; mentre il nome della specie, album, si riferisce al colore bianco-perlaceo delle bacche.
Tutte le parti del vischio possono risultare tossiche all’uomo per la presenza di viscumina (sostanza capace di provocare aggregazione dei globuli rossi) e di alcuni peptidi.
Fiorisce da marzo a maggio e i suoi fiori sono piccoli e verdi, mentre le bacche bianco-perlacee maturano a novembre-dicembre.
La diffusione dei semi è zoocora, cioè dipende dagli animali, in questo caso dagli uccelli. Essi si nutrono delle bacche e li depongono sui rami della pianta tramite gli escrementi.
Il vischio non è curioso solo dal punto di vista biologico. Nasconde infatti diversi miti e significati che gli sono stati attribuiti nel corso del tempo.
I Celti lo consideravano una pianta sacra: secondo i loro sacerdoti, i druidi, era in grado infatti di curare malattie come la gotta e l’epilessia, portare ricchezza e proteggere da ogni tipo di male.
Ma la tradizione del bacio arriva fino a noi dalla mitologia norrena.
Il vischio infatti è associato alla figura di Balder, secondogenito di Odino e Frigg, era il dio della luce ed era amato da tutti. Balder, attraverso dei sogni, sapeva che presto sarebbe morto, ma non quando e come.
La madre, Frigg, nel tentativo di opporsi al destino, fece giurare a tutti gli elementi esistenti, viventi e non, che non avrebbero recato alcun male al figlio. Tutti giurarono, tranne il vischio, ignorato dalla dea perché le era sembrato innocente ed inoffensivo.
Loki, dio dell’inganno, usò proprio questa sua capacità per carpire da Frigg il punto debole di Balder e in questo modo venne a sapere del vischio.
Durante un gioco che gli dei avevano cominciato a fare con Balder, che consisteva nel lanciargli addosso di tutto, consapevoli del fatto che nulla gli avrebbe fatto male, Loki consegnò una freccia fatta col vischio al fratello cieco di Balder, Hǫðr, che aiutato da Loki, scagliò la freccia al vischio dritto contro il fratello e uccidendolo.
La dea pianse disperata sul corpo del figlio e le sue lacrime, a contatto con il vischio presente nella freccia, si trasformarono in bacche perlate. Inaspettatamente, Balder riprese vita e Frigg, piena di gratitudine, iniziò a baciare chiunque passasse sotto l’albero su cui cresceva una pianta di vischio, che diventò quindi il simbolo della prevalenza del Bene sul Male.